Leonard Bernstein – Che cos’è la musica classica

Ciao,

generalmente con il termine musica classica si intende
la musica composta in occidente nel 1700-1800.
Ma abbraccia un tempo più lungo di circa 2500 anni, le radici risalgono nella musica
dell’antica Grecia.
Viene anche definita colta, tradizionale,  non comprende la musica pop, rock e jazz.

Leonard Bernstein dopo avere esaminato alcuni aggettivi come buona, colta, d’arte, sinfonica, longhair, termini con i quali si potrebbe definire la musica classica e che considera tutti non appropriati,  ci dà la sua definizione di che cos’è la musica classica:

“…esatta – forse è così che dovremmo chiamare questa musica: musica esatta.

Quando un compositore scrive un pezzo di quella che è comunemente chiamata musica classica, mette per iscritto esattamente le note che vuole, per gli strumenti o le voci che vuole, suonate o cantate, incluso il numero esatto di strumenti o voci.
E scrive tutte le indicazioni che gli vengono in mente per dire agli strumentisti e ai cantanti, con la maggiore precisione possibile, quanto veloce o lento, forte o piano deve essere un movimento, e migliaia di altre cose per aiutarli a interpretare esattamente le note che ha pensato.
Entro certi limiti, c’è un solo modo in cui può essere suonata, e questo modo ci è stato indicato dal compositore stesso.
Naturalmente, gli esecutori sono solo esseri umani, e quindi ognuno di loro lo immagina lievemente diverso.
La musica classica può essere cambiata solo dalla personalità dell’esecutore.”

E se entro certi limiti c’è solo un modo in cui la musica classica può essere suonata così non è per la musica pop, jazz e la musica popolare.
Con questi generi musicali gli esecutori sono più liberi,  possono e devono  trarre vantaggio dalla fantasia e dalla creatività: 

“Ma se prendiamo una canzone pop, come “Ican’t Give You Anything But Love, Baby”,
non c’è limite ai modi in cui può essere eseguita.
Può essere cantata da un coro o da Louis Armstrong, da Maria Callas o da chiunque altro. Può anche essere semplicemente suonata, senza parole, da una jazz band o da un’orchestra sinfonica o da un kazoo, lenta o veloce, ardente o sentimentale, forte o piano.
Non importa. Può essere suonata una volta da cima a fondo o ripetuta quindici volte, in qualunque tonalità, anche cambiano gli accordi di accompagnamento.
Perfino la melodia può essere modificata e ci si può improvvisare sopra e ci si può giocare:

Non c’è un solo modo in cui questa canzone debba essere eseguita,
il che significa che non è musica esatta.
Non deve essere suonata esattamente nel modo in cui il compositore l’ha scritta.
Di fatto, ciò che è ancora più importante è che queste canzoni non devono proprio
essere suonate nel modo in cui il compositore le ha scritte, ogni volta sempre uguali.
Immaginate che noia sarebbe se l’unica versione di
Ican’t Give You Anything But Love, Baby” fosse quella scritta sullo spartito!

La stessa cosa vale per la musica popolare.
Può e deve cambiare con ogni esecutore. Naturalmente ci sono ancora più ragioni per cambiare la musica popolare, perché nessun compositore ha messo nero su bianco come dovrebbe essere.

Per quanto riguarda il jazz, poi, cambia di continuo, perché è di questo che è fatto il jazz.
È improvvisazione: creare la musica mentre la si fa e non preoccuparsi mai di scriverla.”
Leonard Bernstein, Giocare con la musica,  excelsior 1881, 2008 pp. 127, 128, 129, 131,132

Leonard Bernstein (1918-1990) Direttore d’orchestra e compositore è stato anche un grande didatta, nel 1958 al 1972  con la New York Philarmonic Orchestra ha realizzato per l’emittente televisiva statunitense CBS delle lezioni-concerto: “Concerti per i giovani” indicativamente tra gli otto e i diciotto anni di età.
Ha avuto un enorme successo tanto che per più dieci anni sono state trasmesse in quaranta paesi del mondo.
Il libro, Giocare con la musica, tratta in forma scritta le migliori lezioni-concerto del musicista.

A presto!
Gabriella

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