Vasilij Kandinsky – Arnold Schönberg

Ciao,

il 2 gennaio del 1911 il pittore russo W. Kandinsky (1866-1944)
partecipò ad un concerto
del compositore austriaco Arnold
Schönberg (1874-1951).

Il concerto lo colpì profondamente, ispirato dalle musiche  riportò le sue emozioni sulla tela con il dipinto: Impression 3 – Concerto.
Il quadro è diventato uno dei suoi più celebri capolavori.
Kandinskij nelle sue ricerche si sentiva vicino a Schönberg
che con l’atonalità aveva rivoluzionato le regole della musica classica.

Un paio di settimane dopo il concerto, il 18 gennaio, scrisse a Schönberg:
Mi scusi se Le scrivo pur non avendo il piacere di conoscerLa personalmente. Ho appena ascoltato il Suo concerto, ed è stata per me un’autentica gioia…
Nelle Sue opere Lei ha realizzato ciò che io, in forma naturalmente indeterminata, desideravo trovare nella musica.
Il cammino autonomo  lungo le vie del proprio destino,
la vita intrinseca di ogni singola voce nelle Sue composizioni,
sono esattamente ciò che io tento di esprimere in forma pittorica.” 

I due artisti avevano molto in comune e continuarono a scriversi
negli anni successivi.
Dalla lettera del 14 dicembre del 1911 che Schönberg inviò a Kandinsky:
“…non ho ancora finito di leggere il Suo libro; me ne manca un terzo, ciononostante voglio dirLe sin da ora che mi piace immensamente.
Su molte questioni Lei ha assolutamente ragione.
In particolare, quando parla del colore confrontandolo
con il colore musicale.
…Le ho inviato il mio Manuale di armonia. Si stupirà di quanto abbiano in comune le cose che diciamo.” 

Schönberg si dilettava con la pittura
si definiva “un outsider, un amatore, un dilettante”
ma Kandinksy apprezzava i quadri del compositore tanto che nella lettera del 15.12.1911 scrisse:
“Nella mostra che si aprirà martedì 19 avrei intenzione di esporre tra i Suoi quadri Autoritratto, Signora in rosa, eventualmente Paesaggio e 2-3 Visioni,
che fanno una grande impressione su tutti,
esattamente come su di me.” 

Kandinsky aveva attitudine per la musica,
fin da bambino suonava il violoncello e da adulto si dedicò senza ambizioni professionali anche al pianoforte.

“Si è conservata un’unica partitura scritta  di suo pugno: alcune semplici melodie composte nel 1914 per la sua composizione scenica Sipario viola;
aveva dato pure qualche consiglio alla sua compagna Gabriele Münter
per la composizione di Lieder.” 

Il pittore utilizzava, per i suoi dipinti, termini presi dal linguaggio musicale: impressione, improvvisazione, composizione.

Titolo:  Impressione 3 – Concerto. 

“Il quadro rientra in una delle tre categorie stabilite da Kandinsky:
‘Impressione diretta della natura esteriore, che perviene all’espressione in una forma grafico pittorica. ‘Chiamo questi quadri impressioni’ .
I quadri scaturiti da eventi di carattere interiore sono chiamati ‘improvvisazione’  e quelli formatisi in modo particolarmente lento, in base a studi preliminari e abbozzi, ‘composizioni’.” 

Arnold Schönberg Wassily Kandinsky Musica e Pittura, Ed. SE SRL 2002
pp. 17, 35, 38, 49, 184, 197,

Il dipinto è conservato presso la
Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco di Baviera.
Il triangolo nero rappresenta il pianoforte,
a sinistra ci sono gli spettatori del concerto e il giallo viene interpretato come il suono che arriva al pubblico.
Il pittore definisce come primo movimento del giallo  “la tensione verso lo spettatore” e come secondo movimento ” l’oltrepassare i limiti, irradiando energia.”
Kandinsky fu il primo a non rappresentare la realtà e diede inizio all’arte astratta, realizzò la sua rivoluzione pittorica con l’assenza di disegno, colori accesi, masse di colori, forme astratte.
Nel 1911 con Franz Marc elaborò il progetto dell’almanacco
del Cavaliere azzurro, “concepito con l’idea
di far cadere i muri tra le arti e le nazioni” 

Per Kandinsky  l’arte è come la musica: i colori sono come note musicali, che l’artista scrive sullo spartito per toccare l’anima di chi si trova davanti al dipinto.
“Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto.
L’anima è un pianoforte con molte corde.
L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima.”

Da un punto di vista musicale l’azzurro assomiglia a un flauto,
il blu a un violoncello, quando diventa molto scuro
al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione
più scura e solenne ha il suono profondo di un organo.
La tendenza del giallo ai toni chiari può raggiungere un’intensità
insopportabile per lo sguardo e per l’anima.
Un giallo così intenso è come il suono sempre più acuto di una tromba
o quello sempre più assordante di una fanfara.
Il rosso cinabro suona come una tuba e si può paragonare
ad un forte rullo di tamburo.
Il rosso caldo chiaro… ricorda il suono delle fanfare con la tuba.
Da un punto di vista musicale esprimerei il verde assoluto
con i toni calmi, ampi,
semi-gravi del violino.
L’arancione…Il suo suono sembra quello di una campana che invita all’Angelus, o di un robusto contralto, o di una viola che esegue un largo.
Il viola… Assomiglia al suono del corno inglese, delle zampogne, e quando è profondo, al registro grave dei legni (per esempio del fagotto).
Il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto. Interiormente lo sentiamo come un non-suono, molto simile alle pause musicali che interrompono brevemente lo sviluppo di una frase o di un tema, senza concluderlo definitivamente. E’ un silenzio che non è morto, ma è ricco di potenzialità. Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere.
Il nero…Da un punto di vista musicale si può paragonare a una pausa finale: dopo, qualsiasi prosecuzione appare come l’inizio di un nuovo mondo, perché ciò che con questa pausa si è compiuto è terminato per sempre:
il circolo è chiuso.

Se si osserva una tavolozza coperta di colori si hanno due risultati:
1. si ha un effetto puramente fisico, cioè l’occhio è affascinato dalla bellezza e dalla qualità dei colori. L’osservatore prova un senso di appagamento, di gioia come un buongustaio che gusta una squisitezza.
2. …l’altro fondamentale risultato dell’osservazione del colore, cioè il suo effetto psichico. Emerge allora la forza psichica del colore, che fa emozionare l’anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa
la via del colore dell’anima.”
W. Kandinsky – Lo spirituale nell’arte, Ed. SE SRL 2005
pp. 43, 44, 46, 63, 65, 66, 67, 68, 69, 71, 130,

Schönberg fu un autodidatta,
a vent’anni ricevette alcune lezioni di contrappunto.
Insegnò composizione al Conservaorio Stern a Berlino
ed ebbe come allievi Berg e ebern.
Il compositore rivoluzionò le regole della musica classica,
prima con l’atonalità (abolizione del sistema tonale)
e in seguito con la dodecafonia
(serie di suoni che comprendono tutte le dodici altezze del sistema temperato).

Fra le composizioni atonali del compositore la più famosa è Pierrot Lunaire,
e fra quelle dodecafoniche, è la sua prima composizione che scrisse nel 1921: Suite per piano op. 25.

Maurizio Pollini interpreta Schönberg

A presto!

Gabriella

Lo spirituale nell’arte

Musica e pittura

Maurizio Pollini Edition – Schoenberg: The Solo Piano Music, Piano Concerto; Webern: Variations op. 27 (2003-02-11)

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